Per le giornate FAI di Primavera: Palazzo Marina

 


Quest'anno mi sono ricordata per tempo delle giornate del FAI di Primavera e così sono riuscita a ritagliarmi una mattinata per visitare Palazzo Marina.

Il FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, è una fondazione senza scopo di lucro nata nel 1975, sul modello del National Trust, con il fine di tutelare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano.

La sua missione è preservare il patrimonio storico e culturale italiano raccontandolo.

Da questa necessità nacquero nel 1992 le Giornate FAI di Primavera dando vita, e poi corpo, e poi forza a una impressionante struttura di volontariato – le Delegazioni del FAI –

Vi do un po' di numeri.

In trentadue anni sono stati aperto al pubblico 15.540 luoghi dimenticati o difficilmente visitabili a 12 milioni e 515.000 di cittadini. Nello scorso fine settimana, grazie al FAI e ai suoi volontari, si sono potuti aprire 750 luoghi in 400 città italiane.

I Piccoli Ciceroni dell'Istituto Massimo di Roma sono stati delle guide preziose.

La storia del Palazzo

Progettato tra il 1911 e il 1912 dall'architetto Giulio Magni (pronipote del Valadier e collaboratore di Giuseppe Sacconi alla realizzazione del Vittoriano), Palazzo della Marina venne inaugurato il 28 ottobre 1928 in occasione del sesto anniversario della marcia su Roma, ricorrenza in cui vengono inaugurate in tutta Italia 2802 opere pubbliche, di cui 22 solo nella Capitale.
A presenziare alla cerimonia è Benito Mussolini, che ha fortemente voluto la conclusione dei cantieri statali, compresi quelli di epoca precedente, col proposito di propagandare l’efficienza del suo governo.

L’autore della progettazione artistica è l’architetto Giulio Magni (pronipote di Giuseppe Valadier e collaboratore di Giuseppe Sacconi al Vittoriano), che elabora un edificio rispettoso della tradizione costruttiva romana antica, fatta di mattoni e travertino.

La sua particolare collocazione sul lungotevere pone il Ministero della Marina in una ideale e anche fisica continuità tra il Tevere navigabile ed il mare, un chiaro rimando alla tradizione marittima italica. Palazzo Marina è un racconto dell'Italia sul mare. Al netto di alcune espressioni retoriche tipiche dell'epoca, l'edificio è un monumento alla tradizione navale italiana, una storia fatta di battaglie, esplorazioni, invenzioni e scoperte.

Le ancore


A fare da cornice al portone centrale di Palazzo Marina ci sono due grandi ancore, che non fanno parte del progetto originario ma sono collocate solo nel giugno del 1929, quali segni tangibili della vittoria italiana sul mare nella Grande Guerra: provenienti dalle corazzate austro-ungariche Viribus Unitis e Teghettoff, vengono esposte sulla facciata del Ministero della Marina quali veri e propri trofei di guerra del primo conflitto mondiale.

L'effetto scenografico è assicurato. Sono bellissime, imponenti e fanno presagire quello che farà il filo rosso di tutta la nostra visita.

Cofano portabandiera Corazzata Sicilia



Uno dei gioielli, forse il più prezioso, che incontriamo lungo la nostra visita è il cofano portabandiera della Corazzata Sicilia.

Il cofano ha una struttura in legno, completamente rivestita in avorio. Lo stile delle decorazioni  rimandano all’arte classica, a quella medievale e a quella aniconica islamica e  sintetizzano per immagini la complessa cultura della Sicilia, di cui l’unità navale porta il nome. 

Sul coperchio e lungo i lati sono raffigurati fatti della storia navale siciliana ed i suoi ammiragli. Al centro del fronte anteriore è Santa Barbara, patrona della Marina Militare.

Il sommergibile Scirè


La missione più famosa, per la quale il sommergibile passò alla storia, fu l'operazione contro la base di Alessandria d'Egitto, svoltasi nel dicembre 1941. L'impresa di Alessandria fu, per i suoi risultati, la meglio riuscita della X Mas.

Il sommergibile rimase in porto sino al luglio 1942, quando fu pianificato l'attacco ad Haifa. Il sommergibile in questa occasione non avrebbe trasportato SLC, bensì undici «uomini Gamma» (subacquei incursori), di cui due ufficiali e nove sottufficiali e marinai. Avrebbe dovuto lasciare dei sommozzatori del Gruppo Gamma che avrebbero forzato il porto per applicare delle cariche esplosive su alcune navi britanniche ormeggiate. L'azione si sarebbe dovuta svolgere la notte del 10 agosto che era di novilunio. Dopo il 10 agosto lo Scirè non diede più notizie: invano si continuò a cercare di contattare il sommergibile sino al 18 del mese e, quando si rese evidente la realtà, il 31 agosto l'unità fu dichiarata scomparsa in mare in azione di guerra.

Solo successivamente fu possibile accertare la sorte toccata al sommergibile. I britannici, individuato il sommergibile durante l'avvicinamento, lo fecero arrivare indisturbato in prossimità dell'imboccatura del porto per poterlo colpire da più direzioni e chiudendogli la via di fuga.  Il sommergibile fu bersagliato dalle batterie costiere che, colpendolo nella torretta ed a prua di essa, ne provocarono il rapido affondamento con la chiglia spezzata prima che l'equipaggio potesse abbandonarlo.

Gabriele D'Annunzio e Luigi Rizzo


Luigi Rizzo, primo conte di Grado e di Premuda (Milazzo, 8 ottobre 1887 – Roma, 27 giugno 1951), è stato un comandante marittimo e ammiraglio italiano. Prestò servizio nella Regia Marina durante la prima e la seconda guerra mondiale ricevendo numerose decorazioni. 
Volontario fiumano nel 1919, fu posto da D'Annunzio alla guida della Flotta del Quarnaro e prestò la sua attività in favore del rifornimento di viveri alla città fino agli inizi del 1920. Quell'anno lasciò il servizio attivo con il grado di capitano di fregata.

A Palazzo Marina viene conservata la lettera autentica di ringraziamento di Gabriele D'Annunzio per l'impresa di Fiume.

E anche a me, che non amo D'Annunzio, vedere una sua lettera autografa fa un certo effetto.

Biblioteca

Fatti non foste a viver come Bruti, ma per seguir Virtude e Canoscenza

All'interno di Palazzo Marina c'è anche una magnifica biblioteca che custodisce oltre 50.000 volumi.


L’allestimento della Biblioteca fu affidato a Umberto Bellotto, maestro nell’arte del ferro battuto e creatore di interni, al quale, poco più di un mese dopo, venne anche assegnata la decorazione artistica degli ambienti di pertinenza del Ministro e del Sottosegretario e di altre stanze di rappresentanza.



Spettacolari sono le balaustre in ferro battuto con i motivi ricorrenti delle ancore e i magnifici lampadare mi Murano.


Dalla mia foto si intravede la sfera armillare, con cui l’artista rimanda all’osservazione astronomica, fondamentale per l'arte della navigazione.


Con molti riflessi, perchè giustamente tenuta sotto vero, la biblioteca conserva la copia autentica della lettere che Cristoforo Colombo scrisse dopo la scoperta delle Indie.

Corte d'Onore


Il mio racconto si conclude con la Corte d'Onore del Palazzo Marina dove ritroviamo ancora Gabriele D'Annunzio che, benché partito come volontario nell’Esercito allo scoppio della guerra, ottiene di collaborare con la Marina. 


Con Luigi Rizzo compie la Beffa di Buccari, in occasione della quale conia il motto “Memento Audere Semper”, attribuito all’acronimo del MAS (Motoscafo Armato Silurante). 

Non sono riuscita a raccontarvi tutte le meraviglie che ho visto perché Palazzo Marina ne conserva veramente molte.

Spero, però, di avervi incuriosito riguardo alle Giornate del FAI che si ripeteranno a ottobre

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