Sara Kirschen: la forma delle emozioni

 
L’arte della ceramica consiste nella fabbricazione di oggetti di terra, che viene successivamente cotta; essi possono essere forgiati manualmente o meccanicamente.

Solitamente il termine ceramica è riferito a vasellame, statue, statuette e tutti gli elementi da costruzione, infatti l’etimologia della parola, che deriva dal greco, corrisponde all’argilla per le stoviglie, anche nell’accezione di vaso di creta.

Dietro ad ogni oggetto di ceramica artistica, ad ogni vaso, tazzina, scultura ci sono le mani sapienti di un artigiano, che partendo dalla materia informe, plasmano la materia e creano oggetti unici.

Armonia e precisione si ritrovano nei lavori di Sara Kirschen. Per me è stato veramente un piacere poter parlare con lei e riuscire a farmi raccontare un po’ di segreti, che rendono uniche le sue porcellane.
Come hai cominciato a lavorare la ceramica? Quale è stato il tuo percorso artistico?
Con l’inizio dell’università ho cominciato anche un corso di ceramica, mi è piaciuto e ho continuato a fare diversi corsi.
Quando mi sono laureata, già lavoravo come insegnante in un laboratorio di ceramica. Con il tempo, poi, questo è diventato il mio lavoro principale.
Ho avuto l’opportunità di andare a lavorare, per diversi anni, come assistente in una scuola internazionale, che sta in Toscana, e lì ho appreso varie tecniche e ho fatto miei gli insegnamenti degli insegnanti che ho conosciuto.
Grazie a tutta questa esperienza sono riuscita a fare di questo un lavoro e ho creato un mio stile.

Tu ti occupi di ceramica artistica e in particolare utilizzi grés e porcellana. Quali tecniche usi?
Queste sono cose lavorate al tornio, poi cotte, smaltate e cotte di nuovo. Sono tutte ceramiche adatte agli alimenti, possono andare al forno a microonde e in lavastoviglie.

Poi faccio lavori in porcellana, usando porcellane colorate.
Coloro gli impasti all’origine e poi li assemblo a seconda di come voglio la decorazione.
Lavoro questi impasti a lastra o a colaggio.

Per la tecnica del colaggio va fatto un prototipo, poi uno stampo di gesso e la porcellana liquida viene colata dentro al gesso.
In questo modo il prototipo rimane e si riescono a riprodurre più oggetti di forme uguali.

Quali sono le difficoltà maggiori che si incontrano nella lavorazione della ceramica?
Ci sono delle difficoltà tecniche, perché si può andare incontro a rotture e a crepe. La lavorazione con il tornio, poi, è molto difficile e fare un oggetto ben definito non è una cosa semplice.

Ci sono anche difficoltà organizzative. Oltre alla creazione c’è anche il momento della vendita e può non essere semplice rapportarsi con il pubblico.

Questi sono mestieri che hanno a che fare con la nostra personalità.

Certo, ma la personalità viene fuori dai lavori che si fanno.
Questo è quello che ci si augura, ma non è spesso così immediata la cosa.

Quanto c’è, allora, della tua personalità dentro ai tuoi lavori e in quale delle tecniche si rispecchia maggiormente?
La mia personalità c’è al 98%. Il gusto è il mio. Non realizzo cose che non mi piacciono. Poi mi diverto di più a fare oggetti in porcellana che non gli oggetti d’uso.
Mi piace anche realizzare sculture e mischiare le tecniche.

Invece l’idea di fare dei bottoni come nasce?
L’idea di fare dei bottoni nasce, perché mi diverte creare elementi decorativi. Più che per l’utilità, mi piace la possibilità di utilizzare i bottoni come elementi decorativi su cappelli, sciarpe e borse. Il bottone è un oggetto versatile.

L’appuntamento con Sara è per l’11 marzo per un workshop di primo livello sulla stratificazione dei colori.

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