Alla ricerca delle antiche arti: il ricamo punch needle
E' quasi impossibile non imbattersi, sui social, nel ricamo punch needl.
Instagram, Pinterest, Youtube sono pieni di video tutorial e foto di ricami pazzeschi, bellissimi e, almeno così sembra, facilissimi da realizzare.
Oggi, la bellezza e l'arte del punch needle, combinate con la sua ricca storia di autosufficienza, creatività e slow craft, risuonano con una nuova generazione di ricamatrici.
La rete è impazzita. I creativi di tutto il mondo stanno sperimentando le possibilità del punch needle, come hobby, come attività o come arte realizzando cuscini, arazzi, accessori e una varietà di altri oggetti in design audaci e colorati.
Spinta dalla curiosità ho cominciato a studiare la tecnica e ad ammirare la miriade di lavori che si possono realizzare.
Potete ben immaginare che la mia curiosità non si sia fermata alla mera tecnica ma ho cominciato anche a chiedermi quale potesse essere la storia che si cela dietro a questo tipo di ricamo.
A quanto pare, la risposta non è così semplice.
In realtà ci sono tre stili tradizionali di punch needle: il punch needle per tappeti, il ricamo russo in miniatura e il bunka shishu (noto anche come ricamo punch needle giapponese).
Tutte queste tecniche utilizzano un ago cavo ma ognuna utilizza un diverso insieme di materiali e ha le proprie origini e scopi distinti.
I tappeti
E' lo stile più riconoscibile di punch needel e si distingue per l'uso di filato spesso e ago più grande per creare un tessuto ad anello distinto.
Il punch needle è emerso per la prima volta alla fine del 1800, evolvendosi dall'artigianato americano del tappeto all'uncinetto, ed è considerato una forma d'arte distintamente nordamericana.
Tutto ebbe inizio nella prima metà dell'Ottocento quando i tappeti e la moquette divennero di gran moda in Francia e nelle famiglie più ricche degli Stati Uniti.
Poiché il prezzo per questi manufatti era ancora lontano dalla portata per la maggior parte delle persone nell'America rurale, alcune donne, creative e intraprendenti, iniziarono a sviluppare i propri metodi per creare tappeti per le loro case servendosi delle tele ricavate dai sacchi per i mangimi e da uncinetti realizzati con ganci di metallo e manici di legno.
Nel corso del 1800 questa tecnica crebbe in popolarità e nel 1886, un uomo di nome Ebenezer Ross di Toledo, Ohio, brevettò il primo punch needle come alternativa al tradizionale uncinetto.
Chiamato "The Griffin", questo strumento permetteva di lavorare più rapidamente, perforando i passanti verso il basso dal retro del tessuto piuttosto che tirare il filo verso l'alto attraverso la parte anteriore.
Con la nuova facilità e "velocità" del punch needle, la produzione di tappeti ha rapidamente guadagnato popolarità, portando alla nascita di studi di produzione di tappeti e a una fiorente industria artigianale nella costa orientale degli Stati Uniti e fino al Canada marittimo.
Negli anni '30 e '40, i tappeti personalizzati punzonati a mano e uncinati realizzati in America divennero alcune delle suppellettili più ricercate per la casa.
Gli artisti modernisti iniziarono a esplorare questa forma d'arte, traducendo i loro dipinti in tappeti e arazzi. Il lavoro di questi artisti e artigiani ha abbellito i pavimenti di star del cinema e politici, è stato esposto in importanti tenute del New England e sono stati esposti in istituzioni come il Metropolitan Museum of Art e lo Smithsonian.
Più che un semplice mestiere, la realizzazione di tappeti con il punch needle è stata per decenni una vera industria americana che ha fornito sostentamento uno sbocco creativo e la possibilità di lavorare da casa a donne e uomini dagli Appalachi fino al Maine.
Purtroppo, negli anni '50, la maggior parte della produzione di tappeti americani è stata inviata all'estero per essere imitata dalla pistola tufting e molti di questi laboratori artistici hanno dovuto chiudere i battenti.
A parte un breve revival negli anni '70, il punch needle è diventato un'arte in via di estinzione, relegata alla categoria del "mestiere" e la sua ricca storia è stata quasi dimenticata.
Ricamo punch needle in miniatura russa
Le miniature russe realizzate con il punch needle sono un'altra storia e non per questo meno affascinante.
La loro diffusione risale al XVII secolo, durante il regno dello Zar Pietro il Grande, dove venivano largamente impiegate per impreziosire i paramenti religiosi delle chiese ortodosse.
In quel periodo, proprio la Chiesa Ortodossa attraversò dei grandi cambiamenti che non tutti accettarono. Gli oppositori subirono una dura repressione e vennero confinati in zone periferiche della Russia o costretti ad emigrare in altri Paesi. Meta preferita furono gli Stati Uniti, dove si formarono alcune piccole comunità piuttosto ristrette e chiuse, i Vecchi Credenti.
E' proprio in queste piccole comunità che la tecnica del punch needle, utilizzata soprattutto per creare abbellimenti e decorazioni per gli abiti, si è tramandata fino ad arrivare i giorni nostri.
Nel 1974, una donna di nome Jean Cook Anderson visitò una comunità di Vecchi Credenti russi con sede a Woodburn, Oregon (USA) e fu affascinata da una tecnica di ricamo in rilievo che notò sui loro vestiti, tende, tovaglie e cuscini. questa tecnica che chiamavano Igolochkoy (che significa "con un piccolo ago").
Affascinata da questa tecnica, Jean chiese a una delle donne di insegnarle. La donna le ha mostrato il processo, che includeva l'uso di un minuscolo ago per spingere anelli di filo sottile attraverso il tessuto di cotone e poliestere.
La densità dei minuscoli punti teneva i passanti in posizione senza colla o adesivo, e il lavaggio non faceva che rafforzare il ricamo.
Ben presto questa tecnica uscì dai confini della piccola comunità russa guadagnando popolarità negli negli Stati Uniti e nel resto del mondo come artigianato decorativo e forma d'arte.
Bunka Shishu
Il ricamo giapponese bunka shishu, è una tecnica di ricamo leggermente diversa dal punch needle per realizzare tappeti e dal ricamo in miniatura russo.
Mentre i due mestieri precedenti hanno maggiori probabilità di essere confusi, spesso entrambi indicati semplicemente come "punch needle", il bunka è una tecnica di ricamo totalmente diversa e non ha ancora avuto la stessa rinascita di popolarità.
E' l'unica tecnica di punch needle che viene praticata dalla parte anteriore del tessuto e impiega punti più lunghi che assomigliano più da vicino al ricamo tradizionale.
Emerso in Giappone nel corso del XIX secolo, poco dopo l'invenzione del filo di rayon, piuttosto che essere utilizzato per oggetti funzionali o abbellimenti, era praticato puramente come forma d'arte.
L'opera finita è incorniciata e sembra simile ai dipinti ad olio. Bunka è davvero la definizione di dipingere con il filo. I primi bunka raffiguravano spesso scene di fiori, animali e paesaggi, e presentavano splendide sfumature e colori.
Si dice che il bunka si sia fatto strada negli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, quando un soldato tornò a casa con la sua sposa giapponese, che portò con sé l'amore per questa forma d'arte.
La donna ha iniziato a insegnare agli altri e l'arte ha iniziato a diffondersi e guadagnare popolarità negli Stati Uniti e, allo stesso modo, in tutto il mondo.
A differenza delle altre due tecniche è una forma d'arte molto delicata e il ricamo non può essere lavato o utilizzato con la stessa funzionalità degli altri manufatti realizzati con il punch needle.
Il filo speciale utilizzato per questa lavorazione artigianale fa parte della sua particolarità e bellezza, e può essere spazzolato e manipolato per creare ogni tipo di texture ed effetto sul pezzo finito.
Il bunka continua ad essere praticato in tutto il mondo da piccoli gruppi di appassionati, ma rimane ancora in gran parte sconosciuto a molti artisti e artigiani della fibra.
WOWWWWWWW! Ma che meraviglie!
RispondiEliminaDevo dire che i tappeti sono quelli che mi piacciono di più, non mi fa impazzire a livello estetico il Bunka Shishu, perché ha uno stile molto, molto orientale e non è propriamente nelle mie corde, ma certo i lavori sono comunque strepitosi, paiono davvero dei quadri.
Bellissimo post e bellissima scoperta!
Grazie. Non mi aspettavo neanche io di trovare così tanto materiale da poter scrivere un post
RispondiElimina