Il Laboratorio Selvaggiastro degli Elfi alla mostra RiArteCo



Cosa succede quando l'arte-terapia incontra l'arte del riciclo?
Succede che le cose da "buttare via" rivelano il fascino della loro storia, che gli oggetti trovano nuova vita.
L’ Arteterapia consiste nella ricerca del benessere psicofisico attraverso l’espressione artistica dei pensieri, vissuti ed emozioni. 
Per mezzo dell’azione creativa l’immagine interna diventa immagine esterna, visibile e condivisibile e comunica all'altro il proprio mondo interiore emotivo e cognitivo.
La didattica dell' arteterapia ha radici negli insegnamenti dell’arte, della creatività e degli studi psicodinamici. I lavori artistici sono il mezzo per l’espressione e la comunicazione del mondo interno e offrono un luogo dove dare una forma visibile e condivisibile ai propri vissuti.
Oggi ci racconta della esperienza del Laboratorio Selvaggiastro degli Elfi  Gianna Pera arteterapeuta, educatrice professionale, che lavora da oltre vent'anni nella residenza protetta Pra'Ellera di Cairo Montenotte (SV).

Come mai questo nome? Che cosa è il Laboratorio Selvaggiastro degli Elfi?
Il Laboratorio si chiama così perchè molti anni fa, quasi venti, dovevamo dare un nome al giornalino della comunità,( noi siamo in una comunità psichiatrica residenziale), e un  ospite trovò questo simpatico nome "L'isola selvaggiastra", riconoscendoci per collocazione geografica,siamo su una collina in mezzo al verde, per identificazione filosofica, non collocabile neanche nel "selvaggio", da allora tutte le nostre attività si pregiano del nome selvaggiastro. Inoltre siccome tutti gli anni a Natale la produzione è intensa gli elfi sono entrati di diritto nel nome.

Quando comincia la vostra storia?
La storia del Laboratorio nasce da un mio progetto di arteterapia molti anni fa, primi anni '90, nella comunità Pra Ellera di Cairo M, (SV), nel tempo l'incontro con l'arte del riciclo ha permesso di valorizzare abilità e potenzialità nascoste, rivelando la bellezza dell'imperfezione che restituisce dignità anche a chi, come i nostri ospiti, spesso stanno ai margini della società, come "scarti".


Chi frequenta il laboratorio?
Il Laboratorio  ha visto passare molti ospiti, tutti con progetti personalizzati, da alcuni anni abbiamo la possibilità di appoggiarci a una bottega solidale gestita dalla cooperativa Agriellera, che collabora con la Comunità, questo ci ha dato la possibilità di poter fare alcuni inserimenti lavorativi.

Come mail utilizzate nei vostri laboratori oggetti di riciclo? Cosa vuol dire riciclare?
Oltre al valore del recupero inteso sia sull'individuo che sullo spreco, interviene l'aspetto educativo legato al rispetto dell'ambiente e alla possibilità di trasformare e recuperare ciò che ha perso una sua identità.

Mi puoi sintetizzare la creatività in tre parole?
La creatività è sempre evoluzione, cambiamento e soluzione.

Come mai avete deciso di partecipare a RiArteCo?
RiartEco è entrata attraverso la rete, e ormai da alcuni anni partecipiamo con molto interesse al progetto, cercando anche di creare contatti nuovi come Il Parco Ecolandia che conosco da tempo e a cui sono affezionata.


Con quali opere? Ce le puoi raccontare?
Le opere di quest'anno sono due: il mosaico Osserviamoci


 e gli eco-gioielli di plastica, che sono un nostro cavallo di battaglia.


Il mosaico nasce da un progetto portato avanti in collaborazione con un artista genovese Paolo Trento, si è cercato insieme il soggetto che è parte di un murales fatto in comunità alcuni anni fa, poi si sono raccolti materiali e costruita l'opera.
Il nostro lavoro è una continua ricerca di idee e collaborazioni nuove per stimolare la creatività nascosta o sopita.

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