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Fantastrega 2023: come è andata a finire...

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E' andata a finire benissimo! Mi sono divertita, ho scoperto autori che non conoscevo e i cui libri probabilmente non avrei mai letto, ho riscoperto autori che si sono presentati al Premio strega con libri memorabili! Sono riuscita a leggere solo 4 dei 5 libri della mia cinquinia. Mi è rimasto da leggere "ferrovie del Messico" per mancanza di tempo, ma abbiate pèazienza che è in programma anche questa lettura (anche perchè mi è stato detto che è un libro bellissimo e che avrebbe meritato un posto nella cinquina finalista). Torniamo però al Fantastrega. Suppongo che voi siate curiosi di sapere chi ha vinto, ma soprattutto come mi sono piazzata in classifica. Con 1280 punti ha vinto Carmen Verde con Una minima infelicità e io sono proprio contenta per lei e per il suo libro che ho trovato bello e delicato e che come Ferrovie del Messico non è arrivato in finale. Se non avete letto il mio articolo su Una minima invelicità fate i bravi e andate a leggerlo qui . Al secondo pos...

Il museo del cedro

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  Con l'estate io divento girovaga e, armata di macchina fotografica e dell'immancabile curiosità, vado in giro per l'Italia alla scoperta di luoghi e tradizioni. Oggi vi porto con me in Calabria, a Santa Maria del Cedro per l'esattezza, a conoscere uno dei frutti più antichi di cui abbiamo testimonianza: il cedro. Prima di raccontarvi della storia, della coltivazione e delle tradizioni che riguardano questo frutto, voglio prendermi un po' di tempo per raccontarvi del palazzo che ospita il museo. L'edificio risale al XVI secolo anche se non si escludono interventi di ampliamento nel XVIII secolo e apparteneva al Feudo dell'Abatemarco. Il palazzo era conosciuto nel XVI secolo come "Impresa della Marchesa" o "Impresa Vecchia" e probabilmente era un opificio nel quale si coltivava e produceva la cannamela dalla quale si estraeva lo zucchero. La denominazione "Carcere dell'Impresa" probabilmente risale a epoche più recenti e ric...

Andrea Canobbio, La traversata notturna

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Torino si trasforma, in questo libro, da città a grande teatro della memoria e l'autore, che è anche narratore, si dota degli strumenti per raccontarla e per raccontare la storia della sua famiglia: una raccolata di lettere d'amore e una scatola di agende fitte di appunti. Questo libro è il racconto di una storia di amore ed è esso stesso una storia di amore: la storia d'amore nata nell'immediato dopoguerra e scandita dalla melanconia. 

Carmen Verde, Una minima infelicità

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Una minima infelicità è la storia di Annetta e della sua vita vissuta all’ombra della madre, Sofia Vivier.  E' Annetta che racconta la sua storia, la satoria della sua vita incastrata tra Sofia, la madre, che si vergogna del corpo della figlia perché è scandalosamente minuto, Clara Bigi, una domestica crudele, capace di imporle regole rigide e insensate, a introdurre il primo elemento di discontinuità nella vita familiare e Il padre, Antonio Baldini, ricco commerciante di tessuti, che cede a Clara il controllo della sua vita domestica.  Annette si ritrova a scrivere la sua storia, la storia dell'infelicità di una intera famiglia.   L'infelicità non è soltanto una categoria dello spirito. Se così fosse, se si trattasse di una faccenda esclusivamente interiore, chiusa nel segreto del nostro essere, nessuno riusirebbe a vederla. No. L'infelicità è un luogo, un luogo fisico, una stanza buia nella quale decidiamo di stare. Allenata dal suo stesso corpo alla rinuncia, colt...