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La Contessa Doleda tra arte e leggende

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Na contessa da Dolo en Italia la é sciampada te Fascia per paura da le continue vere. Sa Doleda apede Penìa la se à fat n gran e bel ciastel sul Col Cuch. A jir a messa la cognea vegnir a Soraga, nlouta l'unica e pruma gejia te la valada. Sabeda dò marena la se n jìa da Doleda. Tedant marciaa la mùsega con sbeibl, vìdola e tamburle e i ciantadores, dapò vegnìa la contessa coi trei fies e i cavalieres duc a ciaval, e tedò la jent di paìjes che la passaa. Ruà che era la compagnìa a Poza, la contessa e i cavalieres se n jìa te ciasa de Cuz (Polam) a pussar e dormir; i etres vardaa de ciapar da dormir o te na ciasa o te n tobià. N domenia la se portaa con duta la jent a Soraga per sentir la messa. L preve no fidaa scomenzar la sènta funzion fin che no era duta la jent te gejia.  C'era una volta una Contessa che era scappata da Dolo fino ad arrivare  in Val di Fassa, per paura delle continue guerre. La Contessa aveva fatto costruire sul Col Cuch un gran bel castello. Il sabato pomer

Diamante, la città dei Murales

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Matilde Serao definì Diamante  " perla del Tirreno " quando, durante un soggiorno con il marito Paolo Scarfoglio, rimase incantata da questo borgo che si apre sul mare.  Quella di Diamante è una storia antica. Le prima notizie della nascita di un nucleo abitato risalgono al 1500 quando il Principe Sanseverino ordinò la costruzione di una postazione difensiva per contrastare le incursioni saracene. Intorno al torrione fatto costruire da Sanseverino sorsero più tardi fortificazioni ad opera del Principe di Bisignano Tiberio Carafa. Al termine delle invasioni turche la popolazione delle campagne si spostò verso il mare dando vita al centro abitato e incrementando il traffici commerciali e la pesca. Oggi Diamante appare come un luogo dal fascino senza tempo, una gemma dalle infinite ricchezze paesaggistiche e naturali che offre al visitatore suggestioni sensoriali non comuni. Vi starete chiedendo cosa mia ha portato a visitare questo borgo.  Dovete sapere che nel 1981, su iniziat

Fantastrega 2023: come è andata a finire...

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E' andata a finire benissimo! Mi sono divertita, ho scoperto autori che non conoscevo e i cui libri probabilmente non avrei mai letto, ho riscoperto autori che si sono presentati al Premio strega con libri memorabili! Sono riuscita a leggere solo 4 dei 5 libri della mia cinquinia. Mi è rimasto da leggere "ferrovie del Messico" per mancanza di tempo, ma abbiate pèazienza che è in programma anche questa lettura (anche perchè mi è stato detto che è un libro bellissimo e che avrebbe meritato un posto nella cinquina finalista). Torniamo però al Fantastrega. Suppongo che voi siate curiosi di sapere chi ha vinto, ma soprattutto come mi sono piazzata in classifica. Con 1280 punti ha vinto Carmen Verde con Una minima infelicità e io sono proprio contenta per lei e per il suo libro che ho trovato bello e delicato e che come Ferrovie del Messico non è arrivato in finale. Se non avete letto il mio articolo su Una minima invelicità fate i bravi e andate a leggerlo qui . Al secondo pos

Il museo del cedro

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  Con l'estate io divento girovaga e, armata di macchina fotografica e dell'immancabile curiosità, vado in giro per l'Italia alla scoperta di luoghi e tradizioni. Oggi vi porto con me in Calabria, a Santa Maria del Cedro per l'esattezza, a conoscere uno dei frutti più antichi di cui abbiamo testimonianza: il cedro. Prima di raccontarvi della storia, della coltivazione e delle tradizioni che riguardano questo frutto, voglio prendermi un po' di tempo per raccontarvi del palazzo che ospita il museo. L'edificio risale al XVI secolo anche se non si escludono interventi di ampliamento nel XVIII secolo e apparteneva al Feudo dell'Abatemarco. Il palazzo era conosciuto nel XVI secolo come "Impresa della Marchesa" o "Impresa Vecchia" e probabilmente era un opificio nel quale si coltivava e produceva la cannamela dalla quale si estraeva lo zucchero. La denominazione "Carcere dell'Impresa" probabilmente risale a epoche più recenti e ric