La Contessa Doleda tra arte e leggende

Na contessa da Dolo en Italia la é sciampada te Fascia per paura da le continue vere. Sa Doleda apede Penìa la se à fat n gran e bel ciastel sul Col Cuch. A jir a messa la cognea vegnir a Soraga, nlouta l'unica e pruma gejia te la valada. Sabeda dò marena la se n jìa da Doleda. Tedant marciaa la mùsega con sbeibl, vìdola e tamburle e i ciantadores, dapò vegnìa la contessa coi trei fies e i cavalieres duc a ciaval, e tedò la jent di paìjes che la passaa. Ruà che era la compagnìa a Poza, la contessa e i cavalieres se n jìa te ciasa de Cuz (Polam) a pussar e dormir; i etres vardaa de ciapar da dormir o te na ciasa o te n tobià. N domenia la se portaa con duta la jent a Soraga per sentir la messa. L preve no fidaa scomenzar la sènta funzion fin che no era duta la jent te gejia. 

C'era una volta una Contessa che era scappata da Dolo fino ad arrivare  in Val di Fassa, per paura delle continue guerre. La Contessa aveva fatto costruire sul Col Cuch un gran bel castello.

Il sabato pomeriggio, la signora scendeva dal castello per andare a messa a Soraga.  Si formava un gran corteo con in testa i suonatori con tamburi, flauti e violini. La contessa cavalcava un bellissimo cavallo bianco ed era seguita  dai suoi tre figli, la gente di corte ed i servitori. Il corteo attraversava tutta la valle e nei paesi si aggiungevano tante persone.

Arrivata a Pozza di Fassa la Contessa, con la sua compagnia si fermavano a dormire presso la famiglia Cuz ed i valligiani al seguito chiedevano di pernottare nei fienili o nelle stalle.  La domenica tutto il corteo proseguiva fino a Soraga, dove c’era la sola chiesa di valle, per assistere alla messa.  (Forse non era la chiesa di Soraga ma l’antichissima chiesetta  di San Wolfango a Moena).

La Contessa Doleda ha incarnato nel tempo per molti Fassani lo spirito della valle: una nobildonna ricca e indipendente che rifugge dalla guerra per vivere con gioia tutte le festività della valle.

La sua figura è presente in molti racconti delle popolazioni ladine e per alcuni storiografi rappresenta un tassello importante per lo studio sul popolamento della valle in età preistorica e medievale.

Io non potevo non cominciare il racconto delle mie scoperte della Val di Fassa proprio da lei, dalla sua storia e dall'omaggio che la Valle le ha voluto rendere con la statua a lei dedicata a 2.382 metri all'arrivo della funifor Alba - Col dei Rossi e della funivia Pecol - Col dei Rossi.

Opera dell'artista fassano Andrea Dorigatti, la Doleda è una scultura in acciaio inox. L'intento era quello di costruire una scultura vuota e non piena. E' attraversata dalla luce e dal vento e dal nostro sguardo.

Sei mesi di progettazione, due mesi di lavoro per la realizzazione, 3,6 metri di altezza. più che una classica scultura è come un disegno nel cielo. La sua particolarità è che cambia spetto man mano che ci si sposta per ammirala.

E c'è davvero da rimanere incantati.



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