Il Museo della Latteria di Dobbiaco: la memoria del latte
Immerso nel paesaggio dolomitico dell’Alta Pusteria, il Museo della Latteria di Dobbiaco racconta la storia della produzione casearia in Alto Adige.
Inaugurato negli spazi dell’ex latteria cooperativa, il museo raccoglie attrezzi d’epoca, fotografie, documenti e testimonianze che ricostruiscono la vita dei casari e delle comunità alpine che per secoli hanno trasformato il latte in burro e formaggio.
Camminando tra gli allestimenti si respira la vita quotidiana di un tempo: le bottiglie in vetro, le zangole per il burro, le caldaie in rame, gli stampi in legno.
Una sezione interattiva spiega le fasi della lavorazione del latte, dai tempi in cui il latte veniva trasportato in bidoni su carri trainati da cavalli, fino all’organizzazione delle cooperative di fine Ottocento.
Si può anche vedere la parte operativa della latteria attraverso grandi vetrate.
Un’esperienza immersiva che restituisce dignità e valore al lavoro dei produttori locali, spesso invisibili ma fondamentali per l’economia montana.
In malga: dove il formaggio prende vita
Qualche giorno dopo, ho avuto la fortuna di visitare una malga nei dintorni di Anterselva dove il latte viene ancora lavorato a mano, come si faceva una volta.
Immersa tra i pascoli e circondata da boschi, la malga è un luogo fuori dal tempo, dove il ritmo è dettato dalle mucche, dal sole e dalle stagioni.
Qui ho assistito alla produzione del formaggio artigianale, a partire dal latte appena munto. Il casaro ha acceso il fuoco sotto la caldaia, ha aggiunto il caglio e, con gesti lenti e precisi, ha separato la cagliata dal siero. Ho osservato con meraviglia ogni fase: la rottura della cagliata, la raccolta nelle fascere, la pressatura, la salatura.
Ogni passaggio richiede attenzione, esperienza, sensibilità. E ogni forma di formaggio porta con sé il sapore del pascolo, della fatica, della pazienza.
Un sapere antico che parla del territorio
Quello che ho imparato visitando il museo e vivendo la malga è che fare formaggio non è solo un mestiere: è un atto culturale, un modo per conservare e trasmettere l’identità di un territorio. In Alto Adige, l’allevamento di montagna e la produzione casearia sono parte integrante del paesaggio e della vita quotidiana.
Il formaggio artigianale, con le sue varietà locali e i suoi tempi lenti, è il frutto di una filiera corta, sostenibile, legata alla biodiversità. Un patrimonio che merita di essere conosciuto e valorizzato.
Se amate i sapori autentici e volete capire davvero cosa c’è dietro un prodotto caseario di qualità, vi consiglio di includere nel vostro viaggio in Alto Adige una visita a una malga o al Museo della Latteria di Dobbiaco. Scoprirete che l’arte del formaggio è molto più di una ricetta: è un sapere vivo, fatto di mani, di terra, di comunità.
Beh, sfondi una porta aperta! Adoro latte e derivati.
RispondiEliminaE adoro i musei che parlano degli antichi mestieri.
Bel post e spunti interessanti!