Gialli d’Europa #1 – Francia: Ninfee nere di Michel Bussi
Leggere Ninfee nere è come attraversare un giardino sospeso tra realtà e mistero: ogni angolo di Giverny nasconde segreti, e ogni riflesso sull’acqua delle ninfee sembra suggerire una storia non ancora svelata. Michel Bussi accompagna il lettore in questo spazio sospeso con uno stile elegante e avvolgente: il racconto in prima persona crea un legame immediato, quasi intimo, con chi legge, mentre il ritmo della narrazione alterna delicatezza e tensione in modo perfettamente calibrato.
La vera magia del romanzo, però, risiede nella sua struttura a più piani narrativi. All’inizio tutto appare confuso: i fili della storia si intrecciano, sembrano vaghi o contraddittori, e il lettore si trova spaesato, in balia degli eventi. Ma è proprio questo spaesamento a creare la suspense: pezzo dopo pezzo, Bussi rivela i segreti nascosti, fino al sorprendente finale, in cui ogni tassello trova il suo posto e la trama si ricompone in un disegno impeccabile.
Giverny non è solo sfondo, ma protagonista silenzioso: i giardini, le case, l’atmosfera sospesa diventano un teatro ideale per delitti e misteri, e contribuiscono a rendere ogni scena visivamente e emotivamente potente. Tra i personaggi, la vecchia strega è un piccolo prodigio di simpatia e mistero: enigmatico, ironico e sorprendentemente affascinante, porta un tocco di colore e leggerezza che resta impresso nel lettore.
Ninfee nere non è soltanto un giallo: è un’esperienza sensoriale e narrativa, un intreccio di atmosfere, personaggi e ingegno letterario che cattura fino all’ultima pagina. Michel Bussi dimostra ancora una volta la sua maestria nel trasformare un delitto in poesia, un mistero in emozione e un giardino in teatro di segreti da scoprire.
Commenti
Posta un commento