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Il Museo delle Illusioni

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Siete proprio sicuri che tutto quello che guardare sia reale e non sia una illusione? "Dipende!", direte voi. Dipende da cosa? Come si fa a ingannare i sensi? un modo per scoprirlo ci sta. Io sono andata al Museo delle Illusioni di Roma  dove ho avuto  l’opportunità di imparare qualcosa di nuovo sulla mente, perché nulla è come sembra… la mente e gli occhi ti fanno vedere cose che sono impossibili nella realtà. Per fare una magia, una illusione, bisogna preparare una pozione magica con questi ingredienti: stupore di bambino spirito di avventura mente sgombra da pregiudizi una fotocamera Bisogna mischiare e agitare bene e varcare le soglie del Museo. Perchè ho inserito la fotocamera tra gli ingredianti della pozione? Perchè in alcuni casi è fondamentale per far apparire l'illusione stessa.  Sono stata abbastanza coraggiosa da saltare nell’illusione del Vortex Tunnel, ma non abbastanza per scattare foto o fare un minivideo perchè la sensazione di essere risucchiati dal vort

Il bacio sulla fronte, l’emozionante romanzo d’esordio di Sara Bontempi (segnalazione)

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“Subito dopo andavamo a cercare il nonno Pasquale per salutarlo e ricevere il suo bacio sulla fronte, sicuramente il più intimo e memorabile che ricorderemo tutti noi nipoti per sempre, e che ci ha accompagnato per tutta la nostra infanzia.”  Il bacio sulla fronte è un romanzo breve che narra delle domeniche trascorse dai nonni durante gli anni Ottanta e Novanta, un periodo in cui la domenica era ancora considerata un giorno di riposo interamente dedicato alla famiglia e al relax.  Con la prefazione della scrittrice e giornalista Daniela Merola, Il bacio sulla fronte è il primo romanzo di Sara Bontempi, travel blogger e promoter editoriale. La storia si svolge nel contesto di una famiglia numerosa che ogni domenica mattina si riunisce presso il Capannone, il soprannome affettuoso per la casa dei nonni, immersa nei boschi.  L’autrice, un membro della famiglia Urrico, decide di raccogliere le storie e gli aneddoti di queste domeniche straordinarie in questo libro, con l'obiettivo di

Alessandro Ricci, La leggenda degli Unici - Review Tour

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" Questo gioco mi ha stufato " " Davvero pensi ancora che sia un gioco? Sul serio? Potremmo morire! " ... Essere catapultati in un gioco di ruolo è esattamente l'impressione che ho avuto cominciando a leggere l'ultimo libro di Alessandro Ricci, La leggenda degli Unici. Sono molto emozionata nello scrivere questa recensione perchè ho avuto il privilegio di leggere il libro in anteprima grazie a VCUC che ha organizzato il revieuw tour e a Solferino che ha inviato le copie a noi blogger. Un gioco, dicevo. questa è la prima impressione che ho avuto io e che hanno avuto anche i quattro protagonisti del libro all'inizio del racconto. Davide è l'insicuro. Marco è il bullo. Roberto è il distratto. Amelia è la perfettina. Così  quattro ragazzi del piccolo paese di Candorsola,  si ritrovano un'ingombrante, odiosa etichetta.  Il loro destino, però, è diverso: loro sono gli Unici, i mitici eroi delle leggende di Elmoni. Ed è proprio lì, ad Elmoni, che diven

Carlos Pérez Casas, Il Chirurgo

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Leggendo ci si trova spesso catapultati in altre epoche e in altre dimensioni. Non so se a voi capita lo stesso, ma io tendo a "entrare nella storia" e a trovarmi un posticino privilegiato per gustarmi la trama dall'interno: un viaggio nel tempo tutte le volte affascinante. La lancetta del tempo può tornare in dietro, e devo dire che la maggior parte delle volte succede così, oppure può andare vorticosamente avanti con il risultato di farmi trovare catapultata nel futuro. Questa volta, lo avrete già capito, le lancette sono andate avanti e io dopo poche pagine mi sono ritrovata in Spagna a scoprire, insieme ad una spia industriale, il segreto del Chirurgo.

Le statue parlanti di Roma

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Sei statue sparse per la città di Roma, una serie di messaggi contenenti per lo più critiche e componimenti satirici contro i governanti, anonimi scrittori. Detta così sembra la trama di un thriller. In realtà oggi vi viglio portare in giro per Roma alla scoperta delle sue statue parlanti. Ecco, se la prima frase che ho scritto sembrava la trama di un thriller quest'ultima frase sembra più il vaneggiamento di un folle. Ma tranquilli, non ho perso il senno e sono pronta a farvi fare un insolito tour in giro per Roma. Innanzi tutto contestualizziamo questo strano fenomeno.

Maddalena Vaglio Tanet, Tornare dal bosco

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  In valigia, oltre al libro di Matteo Bussola, ho messo anche questo qui, Tornare dal bosco, il terzo classificato al FantaStrega (e che io ahimè non avevo inserito nella mia cinquina!). E' la storia di una bambina, Giovanna, morta suicida, della maestra, Silvia che dopo aver saputo della morte della della sua allieva impazzisce dal dolore e dal senso di colpa, e del bosco che la accoglie la protegge.  Tutto il paese si mette alla ricerca della maestra, che sembra essersi dileguata senza lasciare traccia alcuna. E poi c'è Martino, un bambino che non è originario del paese, ma che si è trasferito lì da poco e che, con la sua innocenza sarà parte attiva della storia.  A partire da fatti reali e racconti di famiglia, articoli di giornali, dicerie e mitologie, Maddalena Vaglio Tanet racconta una storia di possibilità e di fantasmi, di esseri viventi che inciampano in vicende più grandi di loro, e di bambini dei quali  non si sa niente, se non che sono gli unici a conoscere quanta

Matteo Bussola Il tempo di tornare a casa

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Non parto mai senza almeno un libro in valigia. Questa estate ne ho portati due, il primo che ho letto e del quale voglio parlarvi oggi è questo qui e mai una scelta è stata così appropriata!  Cosa succede se uno scrittore perde il treno per pochi minuti e si ritrova a dover passare ore alla stazione di un piccolo paese in attesa del treno successivo? Succede una cosa, anche abbastanza facile da prevedere, lo scrittore si mette a guardare, si mette in ascolto. Succede che nascono racconti di storie di vite che passano, che si incontrano, che si scontrano, che partono e che tornano, un po' come la vita che è una catena infinita di incontri e di addii. Non ho scelto di parlarvi di questo libro a caso, proprio dopo i racconti della mia estate, dei luoghi e delle scoperte che ho fatto lontano da casa. Ho scelto questo libro mi piace molto il modo che ha Matteo Bussola di raccontare storie e poi sono rimasta colpita da una sua frase Io credo che le storie servano a scaldarci quando il v

La Gran Vera. La Grande Guerra: Galizia, Dolomiti 1914 - 1918

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  Cominciamo subito, prima ancora di parlare di questa bellissima mostra, che abbiamo visitato questa estate, a tracciare i confini storici e geografici. Siamo a Moena, Val di Fassa, e qui durante la Grande Guerra si era in territorio austriaco. Dobbiamo quindi provare a capovolgere il nostro punto di vista prima di affrontare il percorso della mostra. La mostra permanente è stata inaugurata nel 2014 ed è promossa dall' Istituto Culturale Ladino, dall' associazione "Sul fronte dei ricordi" e dal Comune di Moena. Curata da Michele Simonetti "Federspiel" e Mauro Caimi, espone documenti e cimeli divisi in quattro sezioni tematiche. Galizia 1914: il fronte dimenticato Raccontato e vissuto attraverso il Kriegsmaller , i pittori di guerra austriaci. Max Ritten Von Hoen, comandante dell'uffcio stampa del Comando Supremo austriaco, comprese che l'arte avrebbe avuto un ruolo importante nel conflitto.  Le condizionoi di vita e l'esperienza in battaglia ave

Il lago di Carezza, tra leggende e musica

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C'era una volta una bellissima ninfa dai lunghi capelli di nome Ondina, che viveva nella profondità del lago di Carezza. La ninfa riusciva ad ammaliare, oltre che con la sua bellezza, col suo canto tutti i viandanti che salivano al Passo di Costalunga. Un giorno lo stregone di Masarè che viveva sul monte Latemar udendo quel soave canto, non potè fare a meno di innamorarsi perdutamente della bellissima ninfa. Lo stregone cercò in tutti i modi di riuscire ad avvicinare e conquistare Ondina, e ricorse anche ai suoi poteri, ma la ninfa, essendo molto schiva, ogni qualvolta la si avvicinava troppo, si rituffava nel lago facendo perdere ogni sua traccia. Non sapendo più cos’altro fare, lo stregone chiese aiuto alla strega Langwerda che viveva nel vicino monte Catinaccio. Ella gli suggerì di creare un arcobaleno che andava dal Catinaccio al Latemar per finire proprio dentro il lago di Carezza. Ma avrebbe dovuto fare tutto questo celando le sue fattezze, trasformandosi in un mercante di gi

La Contessa Doleda tra arte e leggende

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Na contessa da Dolo en Italia la é sciampada te Fascia per paura da le continue vere. Sa Doleda apede Penìa la se à fat n gran e bel ciastel sul Col Cuch. A jir a messa la cognea vegnir a Soraga, nlouta l'unica e pruma gejia te la valada. Sabeda dò marena la se n jìa da Doleda. Tedant marciaa la mùsega con sbeibl, vìdola e tamburle e i ciantadores, dapò vegnìa la contessa coi trei fies e i cavalieres duc a ciaval, e tedò la jent di paìjes che la passaa. Ruà che era la compagnìa a Poza, la contessa e i cavalieres se n jìa te ciasa de Cuz (Polam) a pussar e dormir; i etres vardaa de ciapar da dormir o te na ciasa o te n tobià. N domenia la se portaa con duta la jent a Soraga per sentir la messa. L preve no fidaa scomenzar la sènta funzion fin che no era duta la jent te gejia.  C'era una volta una Contessa che era scappata da Dolo fino ad arrivare  in Val di Fassa, per paura delle continue guerre. La Contessa aveva fatto costruire sul Col Cuch un gran bel castello. Il sabato pomer

Diamante, la città dei Murales

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Matilde Serao definì Diamante  " perla del Tirreno " quando, durante un soggiorno con il marito Paolo Scarfoglio, rimase incantata da questo borgo che si apre sul mare.  Quella di Diamante è una storia antica. Le prima notizie della nascita di un nucleo abitato risalgono al 1500 quando il Principe Sanseverino ordinò la costruzione di una postazione difensiva per contrastare le incursioni saracene. Intorno al torrione fatto costruire da Sanseverino sorsero più tardi fortificazioni ad opera del Principe di Bisignano Tiberio Carafa. Al termine delle invasioni turche la popolazione delle campagne si spostò verso il mare dando vita al centro abitato e incrementando il traffici commerciali e la pesca. Oggi Diamante appare come un luogo dal fascino senza tempo, una gemma dalle infinite ricchezze paesaggistiche e naturali che offre al visitatore suggestioni sensoriali non comuni. Vi starete chiedendo cosa mia ha portato a visitare questo borgo.  Dovete sapere che nel 1981, su iniziat

Fantastrega 2023: come è andata a finire...

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E' andata a finire benissimo! Mi sono divertita, ho scoperto autori che non conoscevo e i cui libri probabilmente non avrei mai letto, ho riscoperto autori che si sono presentati al Premio strega con libri memorabili! Sono riuscita a leggere solo 4 dei 5 libri della mia cinquinia. Mi è rimasto da leggere "ferrovie del Messico" per mancanza di tempo, ma abbiate pèazienza che è in programma anche questa lettura (anche perchè mi è stato detto che è un libro bellissimo e che avrebbe meritato un posto nella cinquina finalista). Torniamo però al Fantastrega. Suppongo che voi siate curiosi di sapere chi ha vinto, ma soprattutto come mi sono piazzata in classifica. Con 1280 punti ha vinto Carmen Verde con Una minima infelicità e io sono proprio contenta per lei e per il suo libro che ho trovato bello e delicato e che come Ferrovie del Messico non è arrivato in finale. Se non avete letto il mio articolo su Una minima invelicità fate i bravi e andate a leggerlo qui . Al secondo pos

Il museo del cedro

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  Con l'estate io divento girovaga e, armata di macchina fotografica e dell'immancabile curiosità, vado in giro per l'Italia alla scoperta di luoghi e tradizioni. Oggi vi porto con me in Calabria, a Santa Maria del Cedro per l'esattezza, a conoscere uno dei frutti più antichi di cui abbiamo testimonianza: il cedro. Prima di raccontarvi della storia, della coltivazione e delle tradizioni che riguardano questo frutto, voglio prendermi un po' di tempo per raccontarvi del palazzo che ospita il museo. L'edificio risale al XVI secolo anche se non si escludono interventi di ampliamento nel XVIII secolo e apparteneva al Feudo dell'Abatemarco. Il palazzo era conosciuto nel XVI secolo come "Impresa della Marchesa" o "Impresa Vecchia" e probabilmente era un opificio nel quale si coltivava e produceva la cannamela dalla quale si estraeva lo zucchero. La denominazione "Carcere dell'Impresa" probabilmente risale a epoche più recenti e ric