Matteo Bussola Il tempo di tornare a casa

Non parto mai senza almeno un libro in valigia. Questa estate ne ho portati due, il primo che ho letto e del quale voglio parlarvi oggi è questo qui e mai una scelta è stata così appropriata!

 Cosa succede se uno scrittore perde il treno per pochi minuti e si ritrova a dover passare ore alla stazione di un piccolo paese in attesa del treno successivo?

Succede una cosa, anche abbastanza facile da prevedere, lo scrittore si mette a guardare, si mette in ascolto.
Succede che nascono racconti di storie di vite che passano, che si incontrano, che si scontrano, che partono e che tornano, un po' come la vita che è una catena infinita di incontri e di addii.

Non ho scelto di parlarvi di questo libro a caso, proprio dopo i racconti della mia estate, dei luoghi e delle scoperte che ho fatto lontano da casa.
Ho scelto questo libro mi piace molto il modo che ha Matteo Bussola di raccontare storie e poi sono rimasta colpita da una sua frase
Io credo che le storie servano a scaldarci quando il vento è troppo freddo, a farci sentire meno soli, a sapere che tutti, a prescindere dal treno, condividiamo lo stesso viaggio. Servono a permetterci di incrociare sguardi diversi dal nostro.

Ci avete mai pensato?

Tutte le persone che incontriamo in autobus, in metropolitana, sul treno, in fila al supermercato, lungo i sentieri di montagna, sono tutti portatori di storie, storie che aspettano solo di essere raccontate come fa Matteo Bussola in questo libro che ha  il potere, con le sue parole, di emozionare e lenire parlando di ciò che più conta: sapere sempre di poter "tornare a casa"

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