Gialli d'Europa #2 - Italia: Le spose sepolte di Marilù Oliva


Quando sparisce una donna – una madre, soprattutto – non andate a costruire troppi castelli in aria. Perché la verità è spesso lampante e grida per essere ascoltata. Basta vedere chi circondava la scomparsa e basta fare la conta: una, due, tre persone. Chi conosceva? Chi frequentava? Quasi otto volte su dieci chi l’ha uccisa è colui con cui aveva il rapporto più stretto, l’unica persona che nutriva interesse – spesso economico o personale – a farla scomparire.

Ci sono libri che, oltre a intrattenere, ti fanno guardare il mondo con occhi diversi. Le spose sepolte di Marilù Oliva è uno di questi.

La storia mi ha colpito subito: parla di donne, di femminicidi e di quell’indifferenza silenziosa che spesso circonda le loro vite e le loro morti. Non è solo un giallo da seguire per scoprire chi è l’assassino: è un romanzo che mette al centro il dolore, la memoria e la necessità di dare voce a chi troppo spesso non ce l’ha.

Ambientato tra le colline bolognesi e il cuore di un’Italia che conserva ancora segreti inconfessabili, il romanzo si muove sul confine sottile tra indagine poliziesca e noir sociale.

Il paese in cui si svolge la vicenda ha tutte le carte in regola per sembrare un posto perfetto, sicuro, quasi idilliaco. Eppure, sotto questa facciata, si nascondono segreti atroci. È un contrasto potente, che rende la storia ancora più inquietante e reale: ci ricorda quanto spesso la normalità apparente possa celare tragedie invisibili agli occhi della comunità.

La protagonista è Micol Medici, giovane commissaria che deve affrontare un caso oscuro: un serial killer uccide donne legate tra loro da un filo invisibile, lasciando dietro di sé una scia di enigmi. Accanto a lei si muovono colleghi, sospettati e testimoni, in un intreccio narrativo che gioca con le false piste e con le ombre del passato.

Il ritmo è serrato, scandito da capitoli brevi e incisivi che alimentano la tensione e spingono alla lettura compulsiva. Ma quello che rende questo libro diverso dai gialli “di consumo” è lo sguardo femminile e femminista con cui l’autrice costruisce il racconto. Le “spose sepolte” non sono soltanto le vittime di un assassino: sono simbolo di una lunga storia di violenze e silenzi, di donne imprigionate da ruoli, tradizioni, aspettative sociali.

La scrittura di Oliva è diretta e incisiva, e il ritmo della narrazione ti cattura fin dalle prime pagine. Ma ciò che resta dopo aver chiuso il libro è la riflessione: sulle donne, sulla società, sull’indifferenza. È un thriller che emoziona, inquieta e fa pensare, e proprio per questo non si dimentica facilmente.

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