Storie di arte e di ingranaggi con Ingranart


Dopo aver parlato di RiartEco come movimento di artisti, dopo essere andata a vedere la mostra ed essere stata trasportata nel mondo dell’arte e del riciclo, sono qui oggi che ritorno a parlare di arte, presentandovi una delle artiste, che ancora in questi giorni è in giro con la carovana artistica di RiartEco: Simona della Bella.
Non essendo riuscita a parlare con lei a Roma e non potendo recarmi a conoscerla a Milano, ho avuto con lei un bellissimo scambio epistolare.
Prima di raccontarvi cosa ci siamo scritte, vi spiego cosa mi ha colpito delle sue opere.
Sono rimasta affascinata dall’abbinamento di linee e curve, dalle geometrie, che gli ingranaggi formano.
Poi mi sono documentata e ho scoperto, che quella per gli ingranaggi e per il tempo è per Simona una vera e propria passione.

Come nasce la passione per gli ingranaggi?
L’ingranaggio esercita su di me un irresistibile fascino estetico grazie alla perfezione simmetrica delle sue forme, ma è soprattutto il suo potere evocativo quello che più mi affascina: il rimando a mani instancabili che lavorano, al mondo ingegneristico e manuale e al meccanismo di orologi antichi capaci di “racchiudere il tempo” nel movimento sincrono di magnifiche parti meccaniche.
Perché lavorare con gli ingranaggi di un orologio antico è un po’ come mettere le mani sul segreto del Tempo!
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Che cos’è per te il tempo?
Il Tempo è creato per l’uomo, ma l’uomo non per il Tempo. Credo che qui stia il vero enigma del nostro rapporto conflittuale con il Tempo, da una parte Kronos, il tempo lineare, che ci trascina come un fiume in piena, e dall’altra la nostra ricerca del Kairos, il tempo che si dilata e perde nella sua unicità i riferimenti al quotidiano.
In questa mia ricerca, l’atto creativo mi rimanda ad un tempo proustiano, che può andare e tornare senza creare cortocircuiti in una dimensione spaziale fatta di emozioni, sensazioni, ricordi che si possono sempre ritrovare e mai perdere.
Del Tempo ho fatto il leitmotiv della mia arte, è la mia musa ispiratrice, lo ricerco e lo cerco in tutto quello che faccio, sculture, quadri, gioielli ...ingranart
Quali storie raccontano gli ingranaggi? Chi indossa questi ingranaggi porta con sé storie imprigionate. Secondo te, si dovrebbero conoscere queste storie oppure è meglio lavorare di fantasia?
In ogni ingranaggio, che recupero, leggo storie mai raccontate, immagino tempi di ricchezza ed istanti di inaspettata gioia, ma anche momenti d’abbandono e di solitudine; penso a secondi che non passavano mai o ad ore che sembravano avere velocità surreali ed oniriche.
Ho risvegliato con paziente amore, pezzo dopo pezzo, tutte queste storie che se ne stavano assopite dentro ad ingranaggi polverosi che nessuno usava più. È stato quasi magico poter riscattare questi tempi perduti.
È come se avessi deciso di scrivere tante storie, ma alla fine mi sono accorta che ne ho scritto solo gli inizi e poi li ho lasciati andare…. perché ogni gioiello aspetta un compagno che se ne prenda cura, uno sviluppo ed un finale.
Ogni gioiello aspetta. Continua ad aspettare. Come il Tempo.
Do un nome ad ogni mia creazione e, a chi me lo chiede, un inizio di storia, che narra immagini che mi hanno accompagnata durante la fase creativa di quell’opera … ma poi credo che la vera vita la diano e la possano spiegare solo le persone, che hanno scelto quel determinato gioiello.
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Cosa vuol dire essere artista del riciclo?
Significa riscattare e ridare vita a qualcosa che non serve più, una sorta di potere taumaturgico … E’ anche vero che io sono sempre stata attratta da luoghi e da cose rovinate, consumate dal tempo, abbandonate, perché lasciano spazio alla mia testa di creare lo scarto con ciò che “potrebbero” essere.
Il fatto di partire da un qualcosa di abbandonato o trascurato è una sfida creativa interessante, perché le cose vecchie hanno davvero un’energia del tempo che, se ben gestita, può portare alla creazione di opere inusuali.
E’ una sorta di gioco del tempo sul tempo.
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Cosa vorresti che i nostri lettori conoscessero di te e della tua arte?
IngranArt è una produzione artistica di opere uniche realizzate con ingranaggi di vecchi orologi. Ho creato ciascun gioiello con ispirazioni e stimoli sempre diversi, ma tutti accomunati dalla presenza simbolica del Tempo, che sia esso un ingranaggio, un quadrante, una lancetta, una parte di una vecchia sveglia non più funzionante o la corona di una cipolla da taschino: vengono forgiati con le minuterie di vecchi orologi vintage o d’epoca, meccanismi con microrubini, quadranti sbiaditi dal tempo, lancette consunte, parti di vecchie sveglie o corone di una cipolla.
Per ogni singolo gioiello ho scritto una storia, che racconta a chi lo indossa il significato della sua simbologia, perché il Tempo vive in ogni creazione IngranArt e ne racconta una narrazione sempre diversa a chi lo indossa.
L’uso di materiali diversi (bronzo, argento, alluminio, ottone, fino alle leghe più contemporanee), abbinati alla presenza quasi costante della vite e del bullone, vogliono rimarcare una presenza “umana” di questo recupero del tempo passato, ma rivisitato in chiave contemporanea.
Proprio per questo le mie realizzazioni non hanno resine, come scelta della filosofia IngranArt, che vuole lasciare il tempo vivo, con i suoi segni e le sue cicatrici.
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Cosa vuol dire essere creativi oggi?
Io credo che non si possa scegliere se essere creativi o no: credo che la creatività si esprima soprattutto nel nostro modo di vivere, di essere, è lo sguardo diverso che si ha sulle cose.
Mi accorgo ad esempio che quando guardo un capannone industriale dismesso, la mia ricerca della bellezza in fondo è già un atto creativo.
Quindi essere creativi oggi significa creare, divulgare, promuovere e condividere bellezza, che non è solo vuota estetica apparente, ma è portatrice di significati profondi, che possono davvero aprire spiragli di luce in un mondo dove regna incontrastato il grigiore dell’omologazione del gusto.

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