L'Arco Azzurro:quando si plasmano i sogni

Si può cominciare ad avere le mani in pasta per caso, da adulti, per curiosità. Si può cominciare da bambini spinti dalla fantasia e dalla voglia di realizzare il giocattolo perfetto, il personaggio della fantasia, che nessun altro ha mai inventato.
Alberto Giampieri rientra in questa seconda categoria di artisti.
Io ho avuto il piacere di incontrare Alberto nella limonaia piccola del Giardino Corsini. Era il primo giorno di apertura di Artigianato e Palazzo e ancora ero un po’ frastornata. Di certo non pensavo di trovarmi di fronte a tanta bellezza.  Anche se, come al solito, mi ero documentata prima della partenza e avevo visto le foto, mai mi sarei aspettata uno spettacolo del genere.
E’ veramente sottile la linea, che separa i suoi vasi dalla scultura, l’arte dal contenitore.


Da hobby a lavoro quanto è stato lungo il passo?
Ancora forse non ho completato il passo. La parte più artistica rientra nell'hobby, la parte più commerciale rientra nella sfera lavoro.

Come hai cominciato?
Ho cominciato da bambino. Poi i miei studi mi hanno portato da tutt'altra parte. Sulla mia strada ho, però, incontrato dei maestri che hanno affinato la mia tecnica e che mi hanno permesso di fare il grande passo da dilettante a professionista.
Da dove viene il nome del tuo brand? Perché L’Arco Azzurro?
Nasce dal percorso artistico, che ho cominciato da bambino. A me i giocattoli annoiavano e preferivo farmeli da me, modellando la creta.

I tuoi vasi sono modellati dalle tue mani: quanta progettualità c’è e quanta improvvisazione, invece, è dovuta all’estro del momento?
Da un punto di vista canonico bisognerebbe partire dalla progettazione: bisognerebbe fare il disegno su lucidi e poi passare alla modellazione.  Inizialmente anch’io facevo così, adesso invece l’occhio si è allenato e il gusto si è affinato e a prevalere, ora, è l’estro.
Artigiano, mago o artista?
Artista.  Mi sento più scultore e modellatore.

Che caratteristiche deve avere la casa ideale per ospitare un vaso del genere?
Questi vasi stanno bene sia in un ambiente moderno sia su un mobile classico. La differenza la fa la fantasia di chi posiziona il vaso.
George Braque dice Il vaso conferisce una forma al vuoto e una musica al silenzio. Cosa rappresenta per te il vaso?
Il vaso è una forma, che ha sia vuoto che pieno, e come una scultura ha luci e ombre.

Ci racconti la tua proposta per Fiori d’arancio?
Questo è un vaso più semplice rispetto agli altri, che sono un po’ più barocchi come decorazione ed è più adatta ad una giovane coppia.

Commenti

Post popolari in questo blog

Nel mondo incantato della maglieria per neonati con Il Neonato di Graziella

Pencil art: microsculture in punta di matita

Maddalena Vaglio Tanet, Tornare dal bosco