Achille Lauro - Me ne frego

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La mia quotidiana ricerca della creatività è andata in tilt quando, la settimana scorsa, Achille Lauro è salito sul palco del Festival di Sanremo.
Sì ho scritto bene, è proprio andata in tilt. Questo ragazzo, questa rock star (come è stato definito da qualcuno) mi ha fatto passare nel giro di 15 minuti dal crederlo che un folle al considerarlo un genio. Nel mezzo ho anche pensato "ma chi si crede di essere"... ma andiamo con ordine.
Vi avevo già raccontato che io il Festival di Sanremo l'ho visto, con comodo, tramite il canale Youtube di Rai Play.
Ebbene, suppongo sappiate anche che Youtube una volta finito il video che hai selezionato te ne fa vedere un altro pescato non so bene con quale logica.
E' così che io mi sono ritrovata a vedere il video della prima esibizione di Achille Lauro e, come ho già detto, a momenti casco giù dalla sedia!
Già perché la mia prima reazione è stata "ma che si è impazzito?"

E penso che questa sia anche una reazione piuttosto normale in una quarantatreenne che fino allo scorso anno non sapeva neanche chi fosse questo cantante.
Dico quarantatreenne perché in realtà ho parlato con ragazzi molto più giovani e senza sovrastrutture derivate anche dall'età e per loro il messaggio è stato più immediato.
Io invece ho dovuto, e voluto, rivedere il video un'altra volta.
E al secondo tentativo ho pensato "ma chi si crede di essere...senza per altro averne la voce?".
Poi però ho pensato che una chiave di lettura in quello che stavo vedendo doveva pur esserci. Così ho rivisto, per la terza volta consecutiva il video, ho sentito le parole della canzone, ho visto come si stava divertendo lui e allora ho pensato "questo qui è un genio!"
Gli altri tre giorni mi sono goduta lo spettacolo.
Già perché di spettacolo si è trattato. Quattro giorni, quattro personaggi, tre letture dello stesso brano più una cover.
Ci vuole coraggio e ci vuole talento. Non tanto il coraggio ti togliersi il manto dell'ipocrisia la prima sera, quanto quello di indossare i panni di Ziggy Stardust, l'alter ego del Duca Bianco.
Già perché il messaggio arriva, se arriva, solo a chi ha una certa età e conosce David Bowie. Il dubbio che il messaggio sia arrivato è dato dal fatto che la maggior parte delle persone si sia fermata al "ma che è impazzito?" o peggio "ma come gli hanno potuto permettere una cosa del genere?" (come se fosse normale che la musica, il teatro e più in generale l'arte debba subire la mannaia della censura).
Ziggy è una figura edonistica e selvaggia con un messaggio centrale di pace e amore e Achille Lauro la abbina a una canzone di Mia Martini strepitosa. L'accostamento è geniale!

Nelle ultime due sere ha portato inscena due grandi donne: la Divina Marchesa Luisa Casati Stampa,
musa ispiratrice dei più grandi artisti della sua epoca. Grande mecenate, performer prima della performing art e opera d’arte vivente ed Elisabetta I sposa della patria, del popolo, dell’arte e difensore della libertà.  Il tutto senza scadere nella volgarità.


E questo non solo perché i vestiti sono uno spettacolo e sono tutti firmati Gucci, ma per la bravura e la presenza scenica di chi li ha indossati.

In questi giorni ho letto tanti commenti fatti sui social dopo le esibizioni di Achille Lauro, veramente la gente ha scritto di tutto e in alcuni casi è uscita fuori il peggio del peggio e io non riesco a capacitarmene.
Sono giorni che casa mia è piena della sua musica e delle sue canzoni e ora aspetto l'uscita dell'album, perché io sono anziana, non riesco a concepire la possibilità di comprare la musica da internet.
Non compro un cd non so più da quanti anni e vi dirò di più, mi piacerebbe anche andare a vedere un suo concerto (se solo avessi ancora 20 anni!)... anche solo per questo Achille Lauro ha vinto la sua sfida.

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