Incontro con l'autore: Lorenzo Bosisio


La parte che a me piace di più è l'incontro con gli autori, il potermi confrontare con loro, il poter dare voce alla loro visione della creatività.
In fondo questo spazio è nato proprio per questo e conservo con gioia i ricordi degli incontri che ho fatto. 
A causa della pandemia è diventato molto più difficile, se non impossibile, andare in giro e incontrare di persona autori, artisti e artigiani. Per fortuna che la tecnologia riesce ad abbattere le barriere e oggi vi posso raccontare un po' di più sull'autore degli ultimo due libri che ho recensito qui sul blog: Lorenzo Bosisio.
Ringrazio Lorenzo per aver risposto alle mie domande.

Come si diventa scrittore?
Io penso che, come per altre espressioni artistiche, tu abbia dentro un fuoco e la scrittura è solo lo strumento che scegli per dargli voce.  Potrebbe sembrare che sia uno strumento semplice e banale, perché tutti in fondo sanno scrivere. In realtà, come per ogni forma d’arte, essere uno scrittore è più di saper scrivere in italiano corretto. Serve volontà, impegno, costanza, resilienza, testardaggine, inventiva, estro, curiosità, idee, amore per la lingua italiana e tanta inesauribile passione.

Ci racconti come ti sei avvicinato ai libri fantasy e perchè hai deciso di scriverne tu?
Ho iniziato a leggere fantasy intorno ai 14 anni, quando un gruppo di amici mi ha coinvolto nelle prime partite di giochi di ruolo. Quei mondi incredibili popolati di creature magiche e potenti eroi mi hanno rapito il cuore. E’ tuttora il mio genere preferito come lettore, anche se ho ampliato molto il mio interesse e non mi limito più solo all’epic fantasy.

Quale è il tuo lettore ideale?
Credo sia qualcuno che abbia voglia di farsi trasportare in mondi dove tutto è possibile e soprattutto che ami le storie a lieto fine. Sarà un inguaribile ottimista, ma non mi piace lasciare l’amaro in bocca ai miei lettori.
Questo però non significa che non si possa sacrificare qualcuno alla causa ogni tanto!

Che cosa è per te la creatività?
E’ il dono di saper trasformare le idee in qualcosa di tangibile che può essere condiviso con gli altri.

Come scrittore quali sono i tuoi modelli?
Il primo modello a cui mi sono ispirato è David Eddings, uno scrittore di epic fantasy degli anni ’80. Rileggendolo ora, a distanza di anni, non mi entusiasma più come allora, ma è stata proprio una sua intervista a farmi venire per la prima volta l’idea di scrivere un romanzo.
Oggi i due modelli di riferimento a cui mi ispiro di più sono Neil Gaiman e Stephen King.
Gaiman sa raccontare storie meravigliose, capaci di mischiare realtà e fantasia, con una padronanza della lingua, inglese nel suo caso, incredibile.
Il Re, invece, anche se ha una vena spiccatamente più sovrannaturale e horror che fantasy, ha una fantasia che pare inesauribile e la capacità di sviluppare personaggi originali, profondi e davvero credibili.

Facciamo un gioco: quale musica abbineresti alla Guerra degli Incubi?
La musica dei Blind Guardians si adatta alla grande alle avventure di Aska e dei suoi compagni.
Scontato? Forse sì, d’altronde quali altri gruppi musicali hanno dedicato album interi alla Terra di Mezzo ben prima che Peter Jackson girasse la trilogia del Signore degli Anelli?

Quali libri mi consiglieresti da leggere assolutamente e perchè?
Vorrei risponderti con una lista per ogni genere letterario, ma mi sembra esagerato, quindi mi limiterò al mio ambito e farò una selezione durissima.

- Nessun Dove o American Gods di Neil Gaiman

- L’ultimo cavaliere di Stephen King (è il primo del ciclo della Torre Nera)

- Il ciclo di Nevernight di Jay Kristoff

- La trilogia di Borgomago di Robin Hobb, ma solo se la leggi in inglese

Avrei voluto non metterlo, perché è troppo scontato, ma non si può non citare il Signore degli Anelli. In fondo è una pietra miliare del fantasy moderno.

Grazie per il tempo che mi avete dedicato.

Commenti

  1. Invidia massima per chi ha il sacro fuoco della scrittura e lo sa poi tradurre in vere opere!

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