La Centrale Montemartini, tra antico e moderno


Come prima tappa alla scoperta del quartiere Ostiense vi posto a visitare la Centrale termoelettrica Giovanni Montemartini.

Vi starete chiedendo perchè proprio una centrale termoelettrica e sicuramente starete pensando che la scelta sia leggermente fuori target rispetto a un blog che si occupa di andare alla ricerca della creatività.

Abbiate fiducia e non rimarrete delusi!

La Centrale Montemartini è uno straordinario esempio di riconversione in sede museale di un edificio di archeologia industriale.

Questa è la sua storia.

Fu inaugurata il 30 giugno 1912 dal sindaco Ernesto Nathan e divenne il primo impianto di produzione elettrica dell'Azienda Elettrica Municipale (antesignana di Acea). 

La zona sulla quale sorse la centrale era a vocazione industriale, come testimonia anche l'insediamento dei mercati generali e del Gazometro, e vicina sia al Tevere, perfetto per il continuo e necessario approvvigionamento d'acqua, che alle vie stradali e ferroviarie. Inoltre si trovava al di fuori della cinta daziale, per cui non era soggetta alle imposte sul combustibile.

Al suo interno erano attive due turbine a vapore con relative caldaie e motori Diesel realizzati dalla Franco Tosi Meccanica di Legnano. Le turbine garantivano il servizio continuo mentre i motori Diesel venivano attivati negli orari di picco dei consumi, garantendo una produzione piuttosto efficiente in rapporto alle necessità di consumo della città. 

Il 21 aprile 1933 furono inaugurati due motori Diesel Tosi da 7500 Hp che sostituivano i precedenti di minore potenza. Sul finire degli anni '30, con i preparativi per l'Esposizione Universale del 1942 e la conseguente maggiore richiesta di energia elettrica, si decise di installare una terza turbina a vapore, capace di sviluppare una potenza di 20000 kW e dotata di due caldaie Tosi-Steinmüller a 45 atm, che rese necessaria la realizzazione di una nuova sala caldaie.

Durante la seconda guerra mondiale l'impianto scampò ai bombardamenti alleati e ai sabotaggi nazisti e rimase l'unica centrale elettrica sulla quale la città poté fare affidamento.

Dopo mezzo secolo di attività la centrale divenne obsoleta e non essendo più economicamente conveniente fu dismessa nel 1963. Negli anni successivi gli spazi furono abbandonati o usati come magazzini e si avanzò l'ipotesi di demolire il complesso. 

Sul finire degli anni '80 Acea optò per un restauro dell'edificio: la sala macchine e la sala caldaie furono trasformati in spazi espositivi mentre i rimanenti ambienti diventarono sedi di uffici, laboratori e magazzini.

Negli anno '90 del Novecento che ci fu una svolta che rese la Centrale Montemartini secondo polo espositivo dei Musei Capitolini.

Nel 1995 la Sovrintendenza capitolina ai beni culturali organizzò un'importante mostra presso i Musei Capitolini che permise la ristrutturazione della galleria lapidaria e di altri ambienti del palazzo dei Conservatori in Campidoglio. Al fine di non sottrarre al pubblico le opere esposte la Sovrintendenza optò per gli ampi spazi della centrale. 

Da sistemazione provvisoria si decise che quello sarebbe diventato il secondo polo dei Museo Capitolini e Acea procedette quindi ai lavori per la trasformazione dell'edificio in museo. 


La maggior parte dei reperti è costituita da pezzi provenienti dagli scavi portati avanti dopo l'Unità d'Italia, in particolare scavi relativi agli antichi horti romani. 

Gli spazi museali furono inaugurati nel 1997 con la mostra Macchine e dei, richiamo all'audace accostamento tra l'archeologia classica e l'archeologia industriale. 

Due mondi diametralmente opposti, l’archeologia e l’archeologia industriale, furono per la prima volta accostati tramite un allestimento coraggioso: l'archeologia classica si intreccia con l'archeologia industriale.

Nel 2016 il polo si è ingrandito ulteriormente con l'apertura di una sala dove sono conservate le carrozze del treno di Pio IX.



Commenti

  1. CHE FIGATA!!!!!!!
    Bellissimo il mix fra arte e tecnologia. Sempre azzeccato.
    Ok, a quando la secondo tappa del viaggio?

    RispondiElimina

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