Donatella Di Pietrantonio. L'età fragile

 

L’età fragile non è un’età della vita, è la vita stessa. La memoria che non può nascondere il dolore, la solitudine dopo la separazione, la colpa per la sopravvivenza. La vita dura come un sasso che Donatella Di Pietrantonio riesce a levigare con le mani sicure della sua scrittura.

Con questa motivazione l'Amico della Domenica Vittorio Lingiardi ha proposto questo libro al Premio Strega.

In poche righe, Lingiardi, è riuscito a sintetizzare perfettamente L'età fragile. a me servono sicuramente un bel po' di parole in più.

Andiamo con ordine.

All'origine di questo nuovo lavoro c'è un episodio di cronaca che risale agli anni Novanta nel cuore dell'Abruzzo appenninico, quando l'orrore si era insinuato in un luogo fino ad allora immacolato.

Non è , però questo un romanzo giallo. Il fatto di cronaca nera che è avvenuto ai piedi del Dente di Lupo non è un mistero da risolvere ma un pretesto per raccontare una comunità montana chiusa e oppressa dalla vergogna del passato.

E' un romanzo che ci racconta la difficoltà di una comunità di superare il trauma collettivo, che ha paura di riconoscere la sua responsabilità e che fa di tutto per nascondere il proprio dolore.

Non è solo questo, però, che ci racconta.

Affronta le paure generazionali di padre in figlia e di madre in figlia.

Non esiste un'età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta. 

Amanda, alla scoppiare della pandemia, prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. 

A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi.

Lucia, che una notte di trent'anni fa si è salvata per un caso, adesso scruta con spavento il silenzio di sua figlia. Quella notte al Dente del Lupo c'erano tutti. I pastori dell'Appennino, i proprietari del campeggio, i cacciatori, i carabinieri. Tutti, tranne tre ragazze che non c'erano piú.  

 A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. 

L'anziano padre cosí radicato nella terra e con il quale Lucia ha combattuto tutta la vita, che lascia a Lucia la decisione più importante e dura da prendere: cosa farne del passato.

Dal passato non si può sfuggire si può, però, redimere le vittime del passato per liberare i sopravvissuti dalla vergogna.

E' un libro da leggere, assolutamente.

Commenti

  1. E segno pure questo, eh! Anche solo perché è ambientato in Abruzzo, terra meravigliosa!

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  2. Ti faccio aumentare il numero dei libri da mettere sul comodino!

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