L'Alta Badia in estate: 5 escursioni da non perdere


Si narra in una leggenda che il regno delle Dolomiti era un vero e proprio paradiso. Il paesaggio era formato da verdi prati, lussureggianti pascoli, un mare di fiori, laghi di montagna cristallini e ovunque si poteva udire il canto degli uccellini. 

Qui regnava un re, il cui figlio si innamorò e sposò la principessa della Luna. Era un amore profondo, ma il principe non sopportava la luce abbagliante emessa dalla luna della sua amata e temeva di danneggiare la sua vista. La principessa, dal canto suo, non poteva sopportare la vista di quelle montagne e di quelle foreste così cupe.

Ogni giorno desiderava ardentemente il chiarore e la radiosità a cui era abituata. Trascorrere una vita insieme era fuori questione e così la principessa decise di tornare nel suo luogo d'origine. Il principe incominciò a vagare nelle oscure foreste, piangendo per il perduto amore, fino a quando incontrò il re dei nani, al quale raccontò i motivi del suo immenso dolore.

Il re gli promise di far risplendere il regno delle Dolomiti, ma solo nel caso in cui avesse dato ai nani la possibilità di stabilirsi nella sua terra. L'accordo fu sancito con una stretta di mano e come promesso, la notte seguente, il popolo dei nani catturò un raggio di luna dopo l'altro, illuminando così le scure rocce delle Dolomiti. La principessa tornò così sui Monti Pallidi, i quali risplendevano finalmente come la sua luna e nel regno delle Dolomiti tornò di nuovo la felicità...

L'Alta Badia è una delle più belle valli dell'Alto Adige. Ampia, verde e soleggiata è ricca di storia e di  tradizioni.

La storia del turismo in Alta Badia è antica. 

Nella seconda metà del XVIII secolo alcuni giovani iniziarono a scalare le Dolomiti e ad accompagnare sulle montagne i primi “stranieri”, come venivamo chiamati allora i turisti. 

Negli anni tra la prima e la seconda guerra mondiale ebbe inizio nelle Dolomiti una nuova era turistica. I tempi erano maturi per il turismo invernale. Negli anni trenta venne aperta a Corvara la prima scuola di sci e nel 1938 il primo impianto di risalita a Col Alto – si trattava di una slittovia che trasportava in vetta le persone. Nel 1946 venne costruita sul Col Alto la prima seggiovia d'Italia che entrò poi in funzione nel 1947.

Anche se l'Alta Badia è rimasta nel tempo una delle valli più belle dove andare a sciare, è una valle da esplorare anche in estate.

Molti degli impianti di risalita rimangono aperti anche nei mesi estivi e si ha la possibilità di scegliere tra una miriade di percorsi e sentieri più o meno difficili ma in ogni caso bellissimi.

Io ho selezionato 5 escursioni che abbiamo fatto questa estate e che mi sono particolarmente piaciute per i paesaggi, per la tranquillità e per lo spirito di avventura che in 15 giorni non mi ha mai abbandonato. 

Siete pronti per partire insieme a me? Allora zaino in spalla, allacciate bene le scarpe e seguitemi! 

Cascate del Pisciadù


Raggiungere le Cascate del Pisciadù è semplice e la passeggiata è percorribile anche con il passeggino. 

Il sentiero parte dall’area sterrata di fianco all’Hotel Luianta, situato proprio all’ingresso di Colfosco (provenendo dal Passo Gardena), dove è possibile parcheggiare. 

Noi siamo, arrivati al punto di inizio del sentiero in autobus e siamo poi  rientrati a Corvara da una comoda forestale. 

Il paesaggio è assolutamente incantevole fin dalla partenza, con la vista sul maestoso gruppo del Sella.

In poco più di venti minuti si giunge ad un’area picnic molto comoda e ben attrezzata. 

Ormai manca davvero poco: il sentiero si fa più ripido e non adatto ai passeggini, ma lo spettacolo è incredibile! Basta seguire il rumore dell’acqua e in pochi minuti si arriva prima ai piedi delle cascate e poi, ancora più in alto, poco sotto il salto dell'acqua

La grotta della neve

Il sentiero per raggiungere la grotta è semplice. Siamo partiti da Badia prima con la seggiovia La Crusc 1 e poi con la cabinovia La Crusc. Dopo una breve passeggiata siamo giunti al santuario di La Crusc, eretto nel 1484 per volere del Conte Volkhold di San Lorenzo di Sebato, e consacrato alla Santa Croce nello stesso anno dal vescovo Konrad di Bressanone. 

Dal santuario parte il sentiero che porta fino alla soglia della grotta.

Ci abbiamo messo un po' a capire che ci trovavamo al cospetto di uno straordiario spettacolo della natura. 


La grotta della neve ai piedi del Sas dla Crusc/Santa Croce è una grotta naturale scavata da un piccolo ruscello che scende dalla Piza dales Diesc. Il ruscello si forma a primavera, quando la neve si scioglie e durante i temporali estivi.

In inverni particolarmente freddi e nevosi, gli accumuli di neve nei luoghi ombrosi si conservano e si condensano in masse di ghiaccio spesso protetti in superficie da detriti e accumuli di terra che ne isolano la superficie.

L'acqua di fusione scorre giù dalla montagna e passa sotto le masse di ghiaccio e anche se la temperatura dell'acqua è appena sopra il punto di congelamento, il suo corso scava un piccolo antro sotto lo strato superiore del ghiaccio.


Pralongià

Sembra una cartolina! 

E' l'altopiano di Pralongià, l’”Anfiteatro delle Dolomiti”. Siamo  a circa 2.100 m di altitudine, e la bellezza che ci circonda è da mozzare il fiato. 

Il bellissimo Altipiano del Pralongià offre una vista panoramica sulle vette circostanti delle Dolomiti, tra le quali il Gruppo di Fanes con il Piz Cunturines, il Gruppo del Puez con il Sassongher e l’imponente ghiacciaio della Marmolada. 

Nel cuore dell’altipiano è situato l’omonimo rifugio (2.157 m s.l.m.), costruito nel lontano 1932, che offre anche la possibilità di pernottamento.

Lago Boè


Una piccola perla. Un bellissimo lago glaciale facilmente raggiungibile dalla stazione a monte della cabinovia Col Pradat (che parte da Corvara). 



La meta della nostra giornata in realtà era un'altra, il Rifugio Franz Kostner sul Vallon, ma lo abbiamo raggiunto troppo presto per fermarci lì a mangiare e quindi abbiamo dovuto trovare un altro luogo per stendere il nostro tappeto e il lago Boè è stata sicuramente una scelta azzeccata!

Al Piccolo Lagazuoi

Per questa escursione siamo andati appena fuori la Val badia, sul Passo Falzarego. da lì parte la funivia del Lagazuoi che in pochi minuti ci ha portato al il Rifugio Lagazuoi a quota 2752.

Da qui non solo si ammira un paesaggio straordinariamente bello, ma si può toccare con mano la Grande Guerra. Il sentiero che abbiamo deciso di percorrere è stato costruito dai Kaisejäger durante la Grande Guerra e restaurato dagli Alpini della sezione ANA di Treviso e inaugurato nel 2018.

E' abbastanza semplice (anche se non dobbiamo scordarci che siamo su un cucuzzolo di una montagna e senza protezioni) e ci porta direttamente alla croce di vetta a quota  2778 m che ricorda le vittime del primo conflitto mondiale.


Non ci siamo accontentati di arrivare fino alla croce e di ammirare il bellissimo paesaggio. Sul Lagazuioi, infatti si può assistere a una rievocazione storica della Grande Guerra grazie a Francesco Zoletto,  un ragazzo bravissimo che ci ha ipnotizzato con il suo racconto per più di 2 ore. 


Francesco non si limita a indossare un’uniforme degli Alpini dell'epoca ma illustra, ricreando l'atmosfera, i fatti della guerra drammatica combattuta ad alta quota sul monte Lagazuoi, area di aspri combattimenti fra l'esercito italiano e quello austroungarico, per dare una dimensione tangibile alla storia. E grazie anche a lui se abbiamo messo piede (e percorso per qualche metro) in una delle molte gallerie realizzate durante il conflitto.

Ho trascorso in Alta Badia due settimane intense e quasi mi dispiace lasciare fuori da questa lista altre bellissime escursioni. Meritano però un approfondimento il Museo dell'Ursus Ladinicus, il Museo della civiltà Ladina di Ciastel de Tor e il sentiero degli artisti che collega San Cassiano a La Villa.

Intanto che voi leggete tutto io organizzo qualche altro giro alla ricerca della creatività



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