Gialli d'Europa #4 - Germania: Il caso Collini di Ferdinand Von Schirach

 


Il caso Collini è un libro che spiazza.

Non è un giallo classico, non è un thriller nel senso tradizionale — è un legal thriller asciutto, quasi chirurgico, che ti porta dritto dentro un’aula di tribunale per poi aprire una porta che non ti aspetti: quella della storia tedesca del dopoguerra e delle sue zone d’ombra.

Ferdinand von Schirach costruisce una narrazione essenziale, priva di fronzoli, ma capace di colpire con una forza sorprendente. La vicenda procede con un ritmo controllato, misurato, come se ogni parola fosse scelta con una precisione fredda e necessaria. E proprio questa sobrietà amplifica l’impatto emotivo delle rivelazioni, che arrivano come fendenti.

Il protagonista, l’avvocato Caspar Leinen, è un giovane professionista alle prese con il suo primo grande caso: difendere Fabrizio Collini, un uomo apparentemente irreprensibile che commette un omicidio brutale senza offrire alcuna spiegazione. Quello che sembra un caso impossibile si trasforma presto in un viaggio dentro le crepe di una memoria collettiva ancora fragile, dove ciò che è stato dimenticato — o volutamente taciuto — torna a chiedere conto.

La forza del romanzo sta proprio qui: nel modo in cui intreccia la tensione giudiziaria con un interrogativo morale enorme, mettendo il lettore di fronte a un passato che non è mai del tutto passato. È un libro che non cerca effetti speciali, ma preferisce puntare su ciò che resta dopo l’ultima pagina: un misto di indignazione, amarezza e consapevolezza.

Un legal thriller che si legge in poche ore ma lascia un pensiero lungo giorni. Se amate le storie che scavano, che costringono a guardare dietro le quinte della Storia e della giustizia, Il caso Collini è una lettura imprescindibile.


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