Natale, gesti di creatività


C’è una leggenda antica che racconta come, molto prima dell’albero di Natale, gli alberi sempreverdi fossero considerati dei guardiani.

Mentre l’inverno spegneva tutto, loro rimanevano verdi, solidi, presenti. Per questo si pensava che tenessero lontani gli spiriti del freddo e le piccole inquietudini delle notti più lunghe. Si lasciavano rami di abete o agrifoglio vicino a porte e finestre, come se la loro resistenza potesse proteggere anche la casa.

Con il tempo, quel gesto semplice cambiò forma: gli alberi non restarono più fuori, ma entrarono nelle stanze. Prima un ramo, poi un piccolo abete. E, quando le giornate diventavano troppo corte, lo si decorava con luci per dare alla casa un punto più caldo da cui ripartire.

Non era ancora un simbolo festivo come lo conosciamo oggi: era un modo per rendere l’inverno più abitabile.

Anche ora, in fondo, facciamo la stessa cosa. A dicembre le case si trasformano senza grandi sforzi: una lampada accesa prima del solito, qualche luce vicino alla finestra, un oggetto spostato per far posto all’albero. Le luci basse, i muri che si scaldano, il buio che resta fuori: la casa diventa un rifugio discreto, non solo dal freddo, ma dal ritmo frenetico dell’anno.

In questo spazio più quieto trova posto anche una forma naturale di creatività. Non quella delle grandi idee, ma quella che nasce dai gesti quotidiani: aprire un quaderno, mettere ordine sul tavolo, appuntare un pensiero che altrimenti svanirebbe. 

Non c’è bisogno di molto: una luce giusta, qualche minuto di silenzio, un angolo finalmente libero. 

Non serve fare qualcosa di speciale: basta prestare attenzione ai dettagli, lasciarsi guidare da ciò che rende le stanze più vivibili e più nostre.

E così, senza pensarci troppo, si riscoprono piccole forme di creatività quotidiana. Mettere ordine su un ripiano, spostare una lampada, sistemare un angolo che non guardavamo da mesi. Sono azioni minime, ma hanno il potere di cambiare l’atmosfera, di farci sentire un po’ più presenti.

Forse è questo che resta del solstizio: non l’idea di una notte eccezionalmente lunga, ma la presa di coscienza della luce che scegliamo di accendere dentro casa. Una luce semplice, domestica, che rende l’inverno più gentile e ci ricorda che la creatività, a volte, si trova proprio nei gesti più ordinari.

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