Giotto a Padova: la Cappella degli Scrovegni

 

Dopo aver attraversato in pieno sole il giardino dell’Arena, entrai nella cappella

di Giotto, dove l’intera volta e gli sfondi degli affreschi sono così turchini da far

credere che la radiosa giornata abbia, anch’essa, oltrepassato la soglia insieme al

visitatore e sia venuta per un attimo a porre all’ombra e al fresco il suo cielo

puro, solo un poco più profondo, perché libero dalle dorature della luce, come in

quelle brevi pause che interrompono le più belle giornate, quando, pur senza

che sia comparsa nessuna nube, come se il sole un attimo avesse volto altrove il

suo sguardo, l’azzurro, ancora più dolce, si oscura.

(Marcel Proust sulla Cappella degli Scrovegni, Alla ricerca del tempo perduto)

Ve lo dico subito, mettetevi l'anima in pace, il tempo a disposizione per visitare la Cappella degli Scrovegni è poco, pochissimo, praticamente un battito d'ali: avrete a disposizione 15 minuti per ammirare il massimo capolavoro di Giotto.

Prima di essere condotti nella Cappella assisterete a un documentario che vi aiuterà a comprendere meglio Giotto, il suo tempo e la profonda rivoluzione che il pittore toscano portò nell'arte occidentale.

Io comincio il racconto della mia visita dandovi un po' di numeri.

Nel 2001 l'intera decorazione pittorica è stata oggetto di uno straordinario restauro che ha in parte restituito le brillanti cromie di un tempo.

Nel 2021 il ciclo affrescato è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.

La superficie affrescata è di circa 700 mq compresi i circa 180 mq della volta che è dipinta quasi solo di azzurro.

Giotto affrescò la cappella in soli due anni, tra il 1303 e il 1305 dando il via a una rivoluzione pittorica che si sviluppò in tutto l'arco del Trecento e che influenzò la storia della pittura nei secoli a seguire.

I cicli pittorici raccontano storie attraverso una serie di immagini sequenziali. Questo approccio permette di rappresentare eventi complessi e articolati in modo visivo e immediato.

Giotto sfrutta l'intera superficie della Cappella per narrare la Storia della Salvezza in due piani differenti: nella parte alta narra le Storie della vita della Vergine e di Cristo; nella parte bassa rappresenta i vizi e le virtù teologali e conclude il racconto con maestoso Giudizio Universale in controfacciata.

Vi parlavo di rivoluzione pittorica, ora vi racconto meglio.

La prima grande rivoluzione è nella rappresentazione dello spazio. L'uso della prospettiva e la resa della terza dimensione sono stupefacenti e anticipano di almeno 100 anni le teorie rinascimentali.

La seconda grande rivoluzione compiuta da Giotto è l'attenzione rivolta alla rappresentazione dell'uomo nella sua fisicità ed emotività.

E questa cosa è pazzesca se solo si pensa alla fissità delle scene nelle opere musive bizantine. Giotto non solo mette movimento alle scene ma fa emergere con intensità le gioie e i dolori umani.

E' sua la rappresentazione del primo bacio, nella storia dell'arte.

Quello che personalmente mi ha colpito di più è la disperazione delle madri nella strage degli innocenti

e la controfacciata che racchiude tutte le parole spesa da me fino ad ora per raccontarvi come Giotto abbia anticipato le teorie rinascimentali.

Io a questo proposito una domanda ve la faccio, così come l'ho fatta a mio figlio: che cosa vi ricorda? Rispondete di getto, senza pensarci troppo e senza cercare su Google. 



Commenti

  1. Vabbè, capolavoro assoluto ..... io ci sono andata una vita fa, in un momento in cui non c'erano troppe limitazioni .... ero da sola .... ci sono rimasta un tempo lunghissimo .... la chiamerei una gran botta di culo, perché ho avuto l'opportunità di ammirare l'opera in ogni dettaglio ...

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Nel mondo incantato della maglieria per neonati con Il Neonato di Graziella

Pencil art: microsculture in punta di matita

Maddalena Vaglio Tanet, Tornare dal bosco