il Bunker di Mussolini

Lo sapete, perché già ve l'ho raccontato, che Mussolini stabilì la sua residenza a Villa Torlonia il 22 luglio del 1925, quando gli venne concessa su invito del principe Giovanni Torlonia jr., ultimo erede del ramo discendente da Alessandro. 

Il rifugio antiaereo

Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale e i primi bombardamenti sull’Italia, si rese necessario provvedere alla sicurezza di Mussolini anche dentro Villa Torlonia.

Va detto subito, il primo rifugio antiaereo di Mussolini non fu questo, ma fu adattata a rifugio una cantina  sotterranea sotto il laghetto detto “del Fucino”, realizzata dai Torlonia nell’Ottocento sfruttando con ogni probabilità un’antica area cimiteriale preesistente, e cui si accedeva attraverso una porta di fronte all’ingresso est del Teatro.


Alla fine del 1940 la cantina venne munita di porte antigas, di un sistema di filtraggio e rigenerazione dell’aria, di luce elettrica e altre dotazioni per rendere il luogo più confortevole e adatto a soste prolungate.

Si resero conto, ben presto,  che la distanza da percorrere allo scoperto tra il Casino Nobile e il rifugio (circa 150 metri) rappresentava un punto debole così come il laghetto sotto cui si trovava costituiva un facile bersaglio per i bombardamenti.

Così decisero ben presto di cambiare idea e di sfruttare un locale seminterrato del Casino Nobile, utilizzato originariamente come lavatoio.


Anche questa seconda soluzione venne giudicata inadeguata. 

Il bunker

Mussolini affidò quindi al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco la costruzione di un vero e proprio bunker antiaereo sotto il piazzale laterale al Casino Nobile, dotato di materiali e tecniche più avanzati. 

I lavori iniziarono nel dicembre del 1942. Il nuovo bunker venne scavato ad una profondità di circa 6,50 metri, all’esterno delle fondamenta del Casino Nobile, ma vi si poteva accedere direttamente dal piano seminterrato di quest’ultimo.

Costruito con una forma a cilindro e protetto da una muratura di 4 metri di cemento armato, il bunker era composto da diversi vani secondo uno sviluppo a croce con due uscite di sicurezza


Mussolini non ebbe mai modo di utilizzare il bunker perché quando il 25 luglio del 1943 venne destituito i lavori non erano ancora terminati. 

La struttura servì comunque da rifugio per gli abitanti della Villa e del quartiere limitrofo durante l’occupazione tedesca.

La visita

Questa, brevemente, è la storia. 

Non mi voglio soffermare sul fatto che si volesse far nascondere Mussolini sotto a un laghetto artificiale ben visibile dell'alto, né che al bunker mancano anche le porte antigas e di fatto sono due cilindri che si incrociano.
Quello che invece mi preme raccontare è l'allestimento della mostra ospitata all'interno del rifugio antiaereo.

Avevo letto che sarebbe stata una esperienza immersiva, ma mai mi sarei immaginata una cosa del genere.

"State calmi. Siete già al riparo"

Ok siamo calmi, siamo un gruppo di turisti che inseguono una guida brava e preparata. Ma forse il messaggio non è diretto a noi..


 Noi siamo solo intrusi, che sbirciano un mondo che non è il nostro, in un'epoca che non è la nostra e che per nostra fortuna possiamo solo immaginare dai racconti dei nostri nonni.

E mentre nella prima stanza venivano proiettati sui muri filmati riguardanti la vita di Mussolini e della sua famiglia a Villa Torlonia


Girando lo sguardo intravedo altre storie


Storie ed emozioni che è difficilissimo raccontare a parole, ma che ho cercato di catturare con la telecamera e che lascio qui a voi.
Mi è dispiaciuto non poter utilizzare l'audio originale ma era purtroppo compromesso, spero che la musica che ho scelto di sottofondo sia all'altezza delle immagini.




Commenti

  1. No, vabbè, spaziale! Questi sono i musei che mi piacciono! Quelli che sanno coinvolgere e tenere alta l'attenzione. Peccato sia per me un tantino fuori mano, ma non si sa mai!

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